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Edizione 2010 / Artisti 2010

STEFANO BATTAGLIA TRIO SONGWAYS

STEFANO BATTAGLIA piano
SALVATORE MAIORE contrabbasso
ROBERTO DANI batteria


Songways è un nuovo lavoro in Trio di Stefano Battaglia dedicato alle città fantastiche. lavoro che vuole celebrare i luoghi dell’utopia attraverso la danza e il canto, il ritmo e l’armonia nel loro significato più semplice e primitivo, sia in senso musicale che filosofico: Armonia era la capitale delle passioni e della libertà assoluta nella Teoria dei quattro movimenti del filosofo Charles Fourier (1772 - 1837).


Le analogie tra il concetto di città e l’armonia musicale, che di fatto è una sovrapposizione verticale di eventi sonori, è facilmente identificabile e realizzabile attraverso le strutture, le architetture e le estetiche che nel tempo si giustappongono, si mescolano tra loro, dialogano proprio come le culture e le tradizioni di chi nei secoli le ha costruite ed abitate.

 
La scelta di usare per lo più città che-non-esistono, irreali creazioni della fantasia, oppure esistono ma portano con sè miti e leggende (come il Monte Ararat o Campomaggiore), consente l’uso dell’immaginario, del fantastico, dell’illusorio, le evocazioni sono più sottili e immateriali, ciò che le abita sono figure paradigmatiche del sogno e dell’angoscia, del desiderio e delle inquietudini.


Molto più libere da geografie precise, astratte da modelli culturali di città reali, esistenti, materiche, e dunque meno influenti idiomaticamente nel momento in cui sono trasposte in musica.
Sono luoghi dell’immaginazione, non di rado luoghi impossibili, proprio come la musica, quando è contaminata da idiomi e tradizioni distanti.

Sia le emozioni che ci suscitano che le strutture che le edificano sono rappresentazioni e simboli di ciò che le anima: molto più vicino, in fondo, alle funzioni “narrative” dei parametri musicali (il ritmo, la melodia e l’armonia sono la materia “di cui è fatta la musica”) che ad una semplice osmosi architettonica.
Una sorta di enorme simulacro delle idee, delle illusioni e dei miraggi, perfetto per combinare tradizioni e suggestioni musicali diverse.
Nel corso degli ultimi anni Battaglia ha scritto più di quaranta brani in forma di canzone e di danza ispirati ad altrettanti luoghi, .
Sul primo album, registrato nel novembre 2009 per la etichetta tedesca ECM, compaiono BENSALEM, la città dell’arca (da Sylva Sylvarum, La nuova Atlantide di Francis Bacon, 1627)
ISMARO, la città del ritorno (da l’Odissea di Omero, IX sec. a.c.)
AMAUROTE, la capitale di Utopia (da Utopia di Thomas More del 1516 e Gargantua e Pantagruel
di Francois Rabelais del 1532)
ARARAT, il Monte Sacro
IRAM, la città d’ottone delle Mille e una notte (raccolta di fiabe persiane del basso medioevo)
SHAM-BHA-LAH, la dimora del Re del Mondo di Reneè Guenon, 1926 che è un lungo
arrangiamento di Columba aspexit di Ildegarda di Bingen (1098-1179)
MINAS TIRITH, la capitale delle Terre di Mezzo da Il Signore degli anelli di Tolkien, 1956
ANAGOOR, la città ineffabile di Dino Buzzati, del 1958
NUBIA, la città delle gemme dall’Orlando furioso di Ludovico Ariosto, 1532
(RADIO DRS2) da Il pianoforte nel mondo
Presentando Stefano Battaglia si presenta non soltanto un artista di prestigio a livello mondiale, ma
soprattutto un musicista dalla forte originalità e dalla multiforme sensibilità artistica. Strumentista
virtuoso e dalla formazione accademica, per gran parte della sua lunga (nonostante l’età) ed intensa
carriera ha alternato l’attività di concertista classico a quella di jazzista,, quella di insegnante
(guadagnandosi la fama di guru) a quella di performer.
Oggi Stefano Battaglia, oltre ad essere uno dei più vibranti ed intensi pianisti del pianeta, é un
improvvisatore a tutto campo ed un compositore colto e raffinato, forte di sfumature e influenze
diverse, leader maturo e sideman creativo, e nella sua abituale dimensione del solo riesce con la
massima libertà a ripercorrere ed a restituire con estrema profondità tutta la ricchezza ed il lirismo
della sua esperienza musicale, senza negarsi quelle improvvise ma rigorose mutazioni che ne
caratterizzano da sempre le scelte artistiche.
Jurgen Solothurnmann (DRS2)
CADENCE
Battaglia has been compared to Keith Jarrett and Cecil Taylor, and has devoted recordings to the
music of Bill Evans.
At this stage of his career, such comparisons are less a matter of stylistic derivation than suggestions
of the pianistic quality of his work, he is simply one of the beautiful pianists in the world, with the
same amalgam of precision and sonority, delicecy and strenght, that distinguishes the best of italian
pianists, whether classical (Arturo Benedetti Michelangeli, Aldo Ciccolini, and above all, Maurizio
Pollini) or jazz (Enrico Pieranunzi).
His music is highly recommended to those lovers of piano music who are more concerned with
quality than with categorizing what they’re hearing.
Stuard Broomer
MUSICA JAZZ
L’approdo di Battaglia a ECM corona una fase di febbrile ricerca perseguita attraverso le due
principali componenti della sua cifra stilistica: quella jazzistica e quella contemporanea. Con
Triosonic Battaglia applica in pieno l’equazione Improvvisazione=Composizione istantanea.
Maurizio Franco
JAZZ TIMES
Battaglia is a rare artist who plays with fearless freedom and meaningful precision.
A strong case can be made that the best European Jazz is coming out of Italy.
Thomas Conrad
DOWNBEAT
Battaglia is a rare pianist who falls into neither category. There are flashes of heroes Paul Bley and
Keith Jarrett, Battaglia’s gift for lines that cohere to the point where they are melodic, but avoid the
yokes of song structure and standard cadences, diffused by passages that evoke everything from
early music to post-serialism.
Bill Shoemaker
JAZZ JOURNAL INTERNATIONAL
Battaglia has both a superb touch and a finely judged and extremely potent rhytmic sense: he can
swing wonderfully hard and well but will also phrase forms in a much less syncopated, or more
European-classical manner.He is also unusually sensitive to the various textures of the chambermusic:
make a very strong case for the current maturity of creative, strongly jazz-inflected but
undeniably European music
Michael Tucker
JAZZ VIEWS
Battaglia’s playng share an improvising aesthetic more rooted in a classical approach than the
mainstream jazz tradition –no surprise given Battaglia as a classical performer too- explores
tenebrous but heated territory, defines a subtle and peculiar kind of beauty
John Kelman
BBC MUSIC MAGAZINE
Battaglia improvises as if exercising in classical form and line: the pianist’s strangely songful
improvisations are unhurried, spacious, yet daring. Fascinating.
Richard Cook
THE GUARDIAN
Another formidable European keyboardist who reveals plenty of the graceful precision that made
him a successfull classical concert recitalist, jazz roots in Bill Evans, Keith Jarrett and Paul Bley,
and the openness that has often found him working with free-improvisers.
His music is yearningly romantic in an open-structured way, full of classical allegiances, melodical
audacity, lustrous accumulations and overlays of chords, trickles of treble sound and spacey
improvisations.
JF
MUSICA JAZZ
Gli eccezionali risultati ottenuti negli ultimi anni da Stefano Battaglia sono il naturale
concretizzarsi di un percorso che si è sviluppato attraverso più di vent’anni di rigorosa ricerca.
Dotato di lucidità tecnica superiore, Battaglia ha realizzato in questi anni, grazie a coraggiose e
precise scelte estetiche, un corpus musicale che risulta ormai, nel mondo della musica improvvisata
e al di là di qualsiasi limite di territorio e linguaggio, fra i più intensi dell’ultimo decennio.
L’introspezione e la profondità espressiva non privano la musica di Battaglia di comunicativa. Il
nucleo generatore del suo linguaggio è strettamente collegato alla melodia, spesso associato ad altri




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